La Festa E Le Sue Origini

LA SOCIETA’ DELLA MISERIA E GRUPPO STORICO DEI CONTI BARDI

La Festa della Pulendina si tiene da secoli in località San Quirico, capoluogo del comune di Vernio, la prima domenica di Quaresima.

NOTIZIE STORICHE DELLA MANIFESTAZIONE

La denominazione ufficiale della manifestazione è “Festa della Pulenda”, ma nel gergo paesano è chiamata Pulendina o più semplicemente Festa della Polenta.

L’origine della festa risale all’antica commemorazione dei Conti Bardi quando, in seguito al  saccheggio delle truppe spagnole nel 1512, sfamarono il popolo il Vernio. E’ probabile che alcuni soldati delle milizie di Raimondo de Cardona, Viceré di Napoli, in marcia verso Firenze per restaurare il potere mediceo, abbiano depredato i villaggi attraversati lungo il tragitto, prima di raggiungere Prato, che fu saccheggiata per ben 21 giorni.

Il 29 Agosto 1512 avvenne il tragico Sacco di Prato. Le truppe, affamate, stanche e dissidenti dall’autorità del Viceré, assaltarono Vernio prima di riversarsi sulla vicina città.

Un epistolario tra il feudo toscano e le autorità della città di Prato, risalente all’autunno del 1512, lascia supporre che, in seguito allo sventurato avvenimento i Conti abbiano dovuto sfamare con viveri la popolazione.

 

Il generoso gesto dei Conti Bardi fu dettato, oltre che da un profondo senso di solidarietà, anche dalla difficoltà del momento storico del quale la nobile famiglia era pienamente consapevole.

Probabilmente i Conti avevano continuato ad essere i feudatari del loro territorio in senso medievale: erano i padroni delle terre e degli esseri che le abitavano ma, allo stesso tempo, si sentivano responsabili della difesa e della sussistenza della popolazione.

E’ più verosimile, seppur meno romantico, che i Bardi abbiano valutato come il popolo, se non aiutato, potesse dar vita a sommosse rischiose per il  potere politico della famiglia.

La festa della Pulendina è organizzata dalla Società della Miseria, gruppo di volontari che da sempre si occupa della manifestazione culturale. All’interno della Società della Miseria, nel 1988, nasce il “Gruppo Storico dei Conti Bardi”, ensemble di figuranti i cui abiti sono filologicamente ricreati su esemplari del XVI secolo.

Per quanto riguarda la data di nascita della festa, al momento non è stato rinvenuto il documento che ne attesti l’origine; esiste però del materiale fotografico databile al 1880 che evidenzia come la manifestazione fosse già ben affermata nella tradizione popolare. Negli anni segnati dalle due guerre mondiali la rievocazione fu sospesa.

I costumi, realizzati a mano, vengono creati dopo un’attenta indagine iconografica sul costume del pieno Rinascimento. Fonti prime sono i capolavori della ritrattistica della corte dei Medici di Agnolo Bronzino, ma anche quelli di Giovan Battista Moroni e di altri artisti cinquecenteschi: Tiziano Vecellio e Giorgio Vasari. Una ricerca altrettanto sensibile è stata applicata nella scelta dei tessuti impiegati nella confezione degli abiti. L’intento è quello di ricordare i tessuti allora usati, veri e propri intarsi stupefacenti di velluto, raso e damascati tipici della manifattura fiorentina. Gli abiti vengono completati con accessori altrettanto rigorosi: calzature, gioielli e acconciature evocano il fasto rigido eppure opulento di un’epoca che ha lasciato tracce ancora evidenti.
I figuranti che fanno parte del Gruppo Storico Conti Bardi sono quaranta tra armigeri, dame, nobili, fanciulli, paggi, uomini della corte mentre il Gruppo Gastronomico della Società della Miseria è costituito da venti figuranti che indossano abiti da popolani e rievocano la popolazione di Vernio.
Tra il 1880 e 1980 la festa aveva il carattere di una sagra paesana; terminato da poco il Carnevale, nonostante si tentasse di riecheggiare lo storico evento nella sfilata di cavalieri e dame, il corteo altro non era che un modo per vestire nuovamente le maschere e dare quindi vita ad una parata pagano-goliardica.
Tutto questo è testimoniato dalle fonti orali, fotografiche e da quelle scritte che illustrano lo svolgimento del corteo per il borgo di San Quirico, accompagnato da una banda musicale. Era dunque una rievocazione dal sapore popolar-gastronomico durante la quale venivano distribuite polenta dolce, aringhe e baccalà alla popolazione intervenuta.

A partire dagli anni ’50, la Società della Miseria noleggia alcuni costumi per dar vita ad un corteggio di carattere storico. E’ negli anni ‘80 che invece vengono realizzati i primi abiti per gli uomini che mestano in piazza la farina di castagne.

Si è poi cercato di fare della festa una vera e propria rievocazione storica. Il corteggio si è quindi fatto sempre più complesso, arricchito ogni anno di nuovi costumi.

Sono questi gli anni in cui il corteggio acquista un suo criterio di veridicità storica anche con la presenza di gruppi ospiti della manifestazione, con la coreografia di figuranti a cavallo e di un carro trainato da due mucche, sopra il quale era un grande paiolo. Due figuranti preparavano la polenta dolce di farina di castagne.